Come laboratorio sul lavoro – nato all’interno del movimento degli “insolventi” bolognesi sulla proposta di costruire una Camera del Lavoro autogestita – abbiamo ragionato sulle possibilità di creare un luogo autogestito in cui affrontare le esperienze della condizione di vita e lavoro, precarietà o disoccupazione di chi affronta questo periodo. La priorità ci sembra quella di interconnettere diverse esperienze di lavoro, vita precaria e lotta. Per creare delle reti di solidarietà attiva. Con questo intendiamo un processo di riconoscimento reciproco e collettivo che possa sviluppare pratiche di lotta concrete e condivise.
Con la consapevolezza che non partiamo da zero ma da una serie di esperienze già esistenti, ci proponiamo un approccio basato sull’orizzontalità del confronto e l’arricchimento reciproco, per costruire uno spazio in cui non ci siano utenti e fornitori ma soggettività in grado di autodeterminare i propri percorsi di lavoro ed esistenza, e allo stesso tempo essere in grado di supportarsi reciprocamente e di costruire nuove pratiche conflittuali.