In seguito alle dichiarazioni dell’assessore Ronchi apparse sabato sul Resto del Carlino, l’assemblea di Santa Insolvenza ci tiene a rispondere con alcune precisazioni: innanzitutto ci ritroviamo a dover ribadire che l’esperienza di Santa Insolvenza non è assolutamente riducibile a quella di un collettivo o di un centro sociale.
Sono moltissime le realtà che stanno partecipando a questo movimento e tantissime sono le persone che non fanno parte di alcuna realtà organizzata. Santa Insolvenza è composta da persone di tutte le età e con vite differenti. Questo aspetto è stato da noi sottolineato a lungo e in più occasioni, ma evidentemente non c’è la volontà politica di tenerlo in considerazione.
Ci sembra inoltre doveroso difendere il collettivo Bartleby dagli attacchi che ha subìto, così come vogliamo sostenere tutte quelle realtà che a Bologna creano ricchezza culturale, sociale e politica. Santa Insolvenza vive anche della collaborazione attiva di questi spazi, pur non identificandosi con essi, e dunque ogni attacco rivolto verso di loro sarà considerato anche un attacco verso di noi.
Dichiarazioni come quelle dell’assessore Ronchi non riusciranno a spaventarci e disgregarci. Questo movimento è sopravvissuto allo sgombero e non smetterà di attraversare la città con nuove iniziative. La partecipazione di cui ha goduto e gode gli permetterà di continuare a restituire ricchezza alla collettività, come è stato per l’ex-cinema Arcobaleno.
Pertanto, Il ciclo di riappropriazione che è stato avviato non priva né privatizza: produce nuovi spazi comuni, quelli di cui la città ha bisogno per ospitare un percorso di discussione e confronto palesemente osteggiato da una giunta che, al contrario di noi, non sa intendere gli spazi della cultura se non all’interno della logica del profitto.
L’assemblea di Santa Insolvenza